Plinio il Vecchio, una vita dedicata alla conoscenza

Quando si studia l’enografia si inizia spesso con la storia dei vitigni coltivati in zone vocate diventate denominazioni storicamente e culturalmente significative.

È sempre affascinante procedere a ritroso cercando origini antiche e, per quanto le fonti e i documenti non siano numerosi o verificabili pienamente, ci sono alcuni personaggi che spuntano quasi sempre fuori a raccontarci da quanto tempo l’uomo si destreggi tra natura e cultura per ottenere “manufatti” agricoli.

Tra questi personaggi troviamo Gaius Plinius Secundus meglio noto come Plinio il Vecchio (Plinius Maior) che fu uomo dotto, storico e naturalista. Nato il 23 d.c. a Como, visse soprattutto a Roma, ricoprendo cariche civili e militari, e viaggiando molto; visitò la Germania, la Spagna, l’Africa, il Belgio.

Plinio il Giovane, suo nipote e poi figlio adottivo, lo descrive sempre intento a studiare e raccogliere dati e difatti Plinio il Vecchio fu molto prolifico nella produzione di opere di carattere naturalistico, filosofico e storico.

Tuttavia il racconto che proprio il nipote fa della sua morte è quello che ne denota maggiormente il carattere. Italo Calvino lo definì protomartire della scienza sperimentale. Durante l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.c. che sommerse Pompei ed Ercolano, Plinio si trovava a Miseno a capo della flotta imperiale romana. Con l’obiettivo di salvare dei suoi amici e, con tutta probabilità, la curiosità, propria dello scienziato, di osservare da vicino il fenomeno, partì con le sue galee verso Ercolano ma dovette approdare a Castellammare di Stabia dove trovò la morte, soffocato dalle esalazioni del vulcano. Aveva 56 anni.

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Ricostruzione della morte di Plinio il Vecchio in una stampa del XIX secolo

Le molte opere scritte da Plino sono andate perdute. Tranne una che è giunta fino a noi. Un’opera enciclopedica composta da 37 libri e denominata Naturalis Historia che Plinio pubblicò nel 77 dedicandola all’imperatore Tito. Gli argomenti trattati sono molti: cosmologia e geografia, antropologia, zoologia, botanica ed agricoltura, medicina, mineralogia, metallurgia e storia dell’arte.

Nel primo libro c’è un sommario degli argomenti e l’indicazione delle fonti, queste ultime sono molte e non tutte verificate con spirito critico. Nonostante le ovvie imprecisioni e alcuni errori, l’opera rappresenta una miniera inesauribile di informazioni sul mondo antico e sul primo secolo dell’Impero Romano.

Sopratutto la Naturalis Historia racconta la grande sete di conoscenza di Plinio e la sua capacità di interessarsi ai molti fenomeni che oggi sono studiati dalle Scienze naturali.

Il libro XIV è dedicato alla vite e al vino. Plinio mette in evidenza non solo il numero elevato di varietà presenti in Italia, ma anche come il terreno influisca in modo determinante sulla maturazione e sulla resa di un vitigno, quasi al punto da rendere impossibile una classificazione definitiva.

Innumerevoli ed infinite…Né si potranno citare tutte, ma solo le più celebri, perché ne esistono quasi tante, quanti sono i terreni: per questo motivo basterà aver segnalato le qualità delle viti più note o quelle che, per qualche particolarità sono fuori dell’ordinario.

Ad ogni modo Plinio stila una tassonomia qualitativa delle principali varietà, ricalcando essenzialmente quelle fatte prima di lui da Catone, Varrone e Columella. Così troviamo al primo posto le uve Aminee, quindi le Nomentane e infine le Apiane.

Nel libro XVII Plinio affronta il rapporto tra vite, tipologia del terreno, esposizione solare, clima, sottolineando con un approccio decisamente “moderno” che ogni vigneto è in qualche modo un “sistema” dove molte variabili concorrono alla buona maturazione dell’uva e quindi alla riuscita del vino.

Ogni cosa cela nel profondo i suoi segreti, e sta a ciascuno indagarli con la propria intelligenza

 

Le citazioni sono estratte dal bellissimo articolo di Pietro Stara presente nel suo blog Vino e Storia.

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La Fillossera è Graziana Troisi. Sono l'autrice del blog e degli articoli.

3 Commenti su Plinio il Vecchio, una vita dedicata alla conoscenza

  1. Grande uomo! Grande post! Grande vino italiano! 🙂

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