Marsala: l’odore del sale, l’odore del tempo
Da Trapani a Marsala ci sono 28 chilometri. Una strada costiera poco trafficata che passa attraverso le saline di Paceco e poi quelle di Marsala, nella Riserva dello Stagnone. L’elemento più suggestivo è l’odore del sale che, in alcuni tratti, si mescola ai sentori sulfurei emanati dalle alghe. È un profumo mitologico che sembra dare forma all’anima del mare; il tempo rallenta, le strade e le poche case sono arse dal sole.

Entrando a Marsala nell’ora del giorno più calda c’è vivo silenzio per le strade e il colore sabbia e ocra delle case e della Chiesa Madre danno un senso di distanza ma non di desolazione, anzi si avverte una rarefatta sensazione di salvezza. Marsala, il porto di Dio, è l’approdo dei cuori in tempesta.


Forse fu proprio questa la sensazione che provò J. P. Woodhouse nel suo approdo di fortuna al porto di Marsala e ancora di più dovette sentire la potenza della quieta forza in quel vino perpetuo che le osterie del paese spillavano dalla botte. Perché il vino a Marsala c’era prima del Marsala, anzi prima di quello che inizialmente venne venduto dagli inglesi come Sicily Madeira. Il Perpetuum era (ed è) un vino in stile ossidativo, dall’alto grado alcolico, tradizionalmente ottenuto dalla mescolanza di più annate, non per scelta enologica, ma per necessità. Molti contadini avevano una sola botte e quando l’annata dava il vino nuovo era sempre quella che andavano a ricolmare che fosse vuota o meno.
Uscendo da Marsala e procedendo verso l’interno, in un quarto d’ora di macchina, ci si ritrova immersi nelle vigne e si arriva in Contrada Samperi nella Cantina Marco De Bartoli. Questa è stata la sola tappa “vinicola” del mio viaggio nella provincia di Trapani, una meta che sognavo da anni, dalla prima volta che per caso mi imbattei nel Vecchio Samperi. Ci sono vini che interpretano il senso di un luogo e quelli più grandi anche il senso del tempo che scorre in un particolare luogo. Questi vini ci spingono a intraprendere un viaggio fisico oltre che sensoriale. Si desidera camminare le vigne, affondare le mani nel terreno, sentire l’odore delle cantine e le differenti temperature. Il sapore del vino è quasi un accessorio, un significante liquido che ci riporta a molti altri significati. Il Vecchio Samperi è un vino ottenuto da vecchie vigne di Grillo messo ad affinare in botti scolme; il metodo di invecchiamento è quello dinamico del soleras y criaderas. Il vino non viene fortificato, ha naturalmente un grado alcolico alto, durante il suo invecchiamento instaura un rapporto unico con l’ossigeno. In questo vino ritrovo l’odore e il senso del tempo. Per questo lo “ricordo” ovvero lo porto nel cuore.






Ho elencato i miei vini preferiti in questo post: https://wwayne.wordpress.com/2015/12/27/indovina-chi-viene-a-cena/. Ho dei buoni gusti o me ne suggeriresti degli altri? 🙂
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