Viva la Vite 2023: amici, bottiglie e nuove scoperte
Viva la Vite è la fiera dei vini artigianali organizzata da Giorgia Brandimarte in collaborazione con Vinatteria Zolfo a Pescara, quest’anno alla quinta edizione.
Due giorni dedicati al vino e agli incontri con produttori e operatori del settore, nel piacevole contesto dell’Ex Aurum. Oltre cinquanta banchi d’assaggio di vini italiani ed esteri.
Conoscendo abbastanza bene i vini di diversi produttori presenti, mi sono concentrata soprattutto a scoprire qualche nuova realtà. Provare tutto è impossibile, ma sono soddisfatta degli assaggi fatti.
Le (mie) scoperte
Ho finalmente assaggiato i vini di Giuseppe Simigliani, uno dei migliori produttori di genziana (e non solo). Penso ci siano le basi per vini interessanti e con personalità. Restando in Abruzzo ho provato anche i vini di Famiglia Febo e scoperto che per visitare la loro cantina posso andare a piedi, visto che sono in località Montinope a Spoltore.


Mi è piaciuto molto il nuovo nato in casa Cantine Olivella: è un rosato che racconta il Vesuvio, come tutti i meravigliosi vino di Ciro!
Sempre vini piacevoli quelli selezionati da Giovanni D’Alesio, in particolare mi ha colpito il Franciacorta brut nature de La Spensierata, nome che si addice molto a questo metodo classico dalla bella tensione gustativa e dalla beva facile.
Il passaggio al banco de Les Caves è sempre obbligatorio, soprattutto quando alla mescita c’è Domenico Perilli. I vini in degustazione li conoscevo tutti tranne uno, che è stato una piacevolissima scoperta: Pepin Blanc di Domaine Achilleè (Alsazia), Riesling, Auxerrois e Sylvaner, fresco e minerale, con piacevoli note agrumate e balsamiche.


Da Triple A imperdibile un Beauyolais Blanc Chateau Cambon, ovviamente Chardonnay.
Restando in Francia, nel Savoie, ho degustato uno Chasselas da vigne di 45 anni, impressionante per complessità e persistenza aromatica: Dominique Lucas, Les Vignes De Paradis, Un Matin Face Au Lac.
Dal cuore selvaggio della Sardegna, Mamojada, Cantina Gungui l’ho appuntata tra quelle da visitare quando tornerò in terra sarda. Espressione pura di Cannonau, sia nella tradizionale vinificazione in rosso che nella vinificazione rosata. Entrami i vini sono distribuiti in esclusiva da Ordan Wine Selection.
Uno degli incontri più interessanti è stato quello con l’enologa Sofia Curti che presentava tre diverse realtà, legate da una mission comune, fare vino “naturale” con eleganza (leggi pulizia e precisione) e dal suolo vulcanico dei Monti Lessini. Ho trovato il Soave doc “Le Cervare” di Zambon una delle migliori espressioni di Garganega in purezza, ottenuto da un vigneto secolare nella zona collinare di Roncà e vinificato in cemento con un 15% in barrique. Interessante anche lo spumante dal vitigno durella, particolarmente incisivo per uno Charmat lungo. Questi vini sono frutto del “Progetto Vulcano” di Federico Zambon. Realtà più giovane ma molto promettente quella di Sober Wine, esplosiva la Garganega macerata.


Con un po’ di perplessità mi sono avvicinata al banco di Gitana Wines, ma con qualche sorso di Emilia e, soprattutto, di vari vini spagnoli, mi sono dovuta ricredere. Etichetta preferita? La Resistencia, Ismael Gozalo, Verdejo a piede franco vinificato in anfora.

La novità più bella della fiera è stato però il Recaldina, un antico vitigno autoctono trevigiano che non conoscevo e che ho potuto degustare grazie a Filippo Costa che lo ha “salvato” dall’estinzione. Mi è piaciuto molto anche il bianco di Costa ottenuto da Glera, Bianchetta e Rabbiosa.



La cantina del cuore
Non certo una novità per me i vini di Elisabetta Foradori, ma sempre una tappa imprescindibile. Il Fontanasanta è un grandissimo bianco, vino “palatale” e potente senza perdere mai in eleganza. Il Teroldego si esprime in maniera viscerale nei vini della Foradori, in particolare nello Sgarzon e nel meraviglioso Granato. Provato per la prima volta un vino dalla beva semplice e immediata e… buonissimo: il “Lezer” nato in seguito alla grandinata del 2017 quando il 40% del raccolto fu distrutto.



Ho voluto provare le nuove annata di Amorotti (Loreto Aprutino) e devo dire che continua a convincermi ad ogni assaggio. Zappacosta, Bossanova, Maurizi, Cirelli, Ausonia, Casa Caterina e altri amici vignaioli mi hanno vista passare come una meteora, magari scambiando solo un calice e in certi casi soltanto un saluto, semplicemente perché le occasioni per degustare i loro vini non mancano mai (e alcuni sono anche una certezza ormai) e ci sono dei limiti “sensoriali” e fisici alla quantità di vino che è possibile assaggiare in due giorni!
Sono state tante le presenze a Viva La Vite e devo dire anche che il pubblico di operatori e appassionati è stato di qualità. Uno degli aspetti più belli di questo tipo di fiere è incontrare tanti amici con i quali scambiare calici e opinioni. Il prossimo appuntamento di Viva la Vite è a Napoli il 26 e 28 marzo, in attesa della sesta edizione a Pescara!


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