Fuoco, fumo e acqua in vigna: la spettacolare battaglia contro il gelo primaverile in Francia
Il freddo deve aver sorpreso più di qualche francese nella mattinata della scorsa domenica 14 aprile. Temperature sotto lo zero sono state registrate in diverse città del nord e dell’est del Paese, come Nevers (-6.5°), Vichy (-5,8°), Beauvais (-3,7°), Orléans (-3,4°) o Deauville (-2,7°).
Tutto ampiamente previsto, invece, per alcuni produttori di vino di Chablis, Borgogna, Champagne e Jura che si organizzano per limitare i danni delle gelate bruciando tonnellate di paglia e accendendo fuochi tra i filari di viti.
I paesaggi vitati scompaiono rapidamente, lasciando posto a una fitta nuvola di fumo.
I viticoltori hanno delle sonde installate nei vigneti per segnalare le basse temperature. Quando viene registrata la temperatura di zero gradi è il momento di intervenire: accendono fuochi tra i filari e bruciano paglia bagnata per fare più fumo possibile fino all’alba. Questa tecnica consente di creare una nuvola artificiale che protegge la vite dalle basse temperature e filtra il sole che sorge per impedire ai raggi di bruciare i germogli.
Non solo fuoco e fumo per la battaglia contro il gelo: un altro elemento utilizzato da diversi produttori è l’acqua. Anche se ricorrere all’acqua per combattere il gelo può suonare strano, è un rimedio che ha una sua logica. Diversi produttori, tra cui Paul Dangin in Champagne e altri in Chablis, irrorano i vigneti dall’alto con l’obiettivo di ricoprire tutte le viti di acqua ghiacciata. L’acqua che si trasforma in ghiaccio mantiene infatti una temperatura di 0 gradi e isola i germogli dalle temperature sotto zero che sarebbero fatali. Un sistema sicuramente più economico e sostenibile dal punto di vista ambientale rispetto ai fuochi che sono alimentati con legna, paglia o carburante nella maggior parte dei casi. “Quando non hai a disposizione acqua nei dintorni del vigneto, sei costretto a ricorrere al fuoco”, ci racconta Jean Baptiste Dangin, nipote di Paul Dangin.

Il gelo è un vero flagello per le viti perché può compromettere anche l’intera stagione. In un momento in cui il vigneto ha da poco ripreso il suo ciclo vegetativo, il germoglio della vite è molto delicato e a causa delle gelate notturne rischia di seccarsi e diventare improduttivo.

Dopo le temperature miti di marzo, all’inizio di aprile è stata lanciata una prima allerta gelo che ha creato serie preoccupazioni tra i viticoltori francesi. Durante la notte tra il 3 e 4 aprile, si sono verificate gelate nelle regioni nord-occidentali e centro-occidentali. In alcune zone della Valle della Loira la temperatura è arrivata fino a -5 ° C. Per la terza volta in 4 anni, i vigneti di questa area subiscono gelate durante il mese di aprile. In alcuni zone il danno avrebbe raggiunto l’80% del vigneto, ma in generale le perdite sono valutate tra il 20 e il 70%. Anche i vigneti della zona dei vini rossi di Bourgueil e Chinon sono stati duramente colpiti. In Champagne e Borgogna i vigneti sono stati colpiti dalle gelate nella notte tra il 4 e il 5 aprile, con temperature minime comprese tra -1 e -2 ° C in Borgogna fino a -4 ° C in Champagne.




Secondo il sito francese La Chaîne Météo, le temperature di questo fine settimana si sono avvicinate a livelli record. Il gelo tardivo nella prima metà di aprile si verifica in media una volta ogni tre anni: 1986, 1991, 1997, 2003, 2006 e 2017 hanno registrato temperature fino a -6 ° C in pianura (Reims, Nancy e persino nella parte interna dalla Provenza), causando danni a vigneti e frutteti.




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