Suolo e vigneto
La viticoltura comincia dalla conoscenza e dalla gestione del suolo.
Il suolo è costituito da uno strato superficiale coltivabile, in parte manipolato da pratiche agronomiche, e da un sottosuolo che conserva le sue caratteristiche geologiche originarie. Il sottosuolo è composto da vari strati detti orizzonti, la cui struttura e consistenza influiscono sul drenaggio, sulla profondità del sistema radicale e sulle capacità di questo di assorbire le sostanze minerali.
La fertilità del suolo è una proprietà che dipende dall’origine pedologica, dal clima e dalla tecnica colturale.
La fisionomia di un vino viene determinata dalla struttura e dalla costituzione fisica del terreno e dall’interazione con la situazione climatica complessiva e la varietà coltivata.
Composizione, struttura, porosità e profondità sono elementi che influiscono anche sull’umidità del terreno. Terreni ciottolosi e permeabili favoriscono l’areazione e il drenaggio delle acque, trasmettono i raggi del sole alle foglie e ai grappoli e trattengono meglio il calore. Riveste importanza anche il colore del suolo che influisce sulla temperatura e sull’escursione termica: quelli di colore scuro si riscaldano e favoriscono la maturazione del frutto, mentre quelli più chiari sono più freddi, ritardano la maturazione e favoriscono vini di maggiore acidità. Infine, altro parametro rilevante, è l’alcalinità del terreno misurabile attraverso il Ph.
La vite ha una grande capacità di adattamento e può crescere in tutti i tipi di terreno ma con risultati molto diversi. Anche uve dello stesso vitigno danno vita a vini diversi se provenienti da suoli diversi.
Alcuni studiosi hanno cercato di stabilire le corrispondenze tra la natura del terreno e le caratteristiche del vino. Ad oggi il riferimento più autorevole è la tabella realizzata dal professor Mario Fregoni.
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