Una canzone, una poesia e un vino: il Suonatore Jones

Dormono sulla collina uomini e donne strappati alla vita troppo presto, perché sempre presto arriva la morte. Strappati in modo violento o morti d’amore. Dormono e sulla collina si affollano domande e contraddizioni che non trovano soluzione. Il camposanto è una collina perché i morti sono leggeri e salgono poco più in alto del quotidiano fluire. Distanti ma non troppo, dimenticati solo per chi non vuole vedere, solo per chi non vuole ascoltare e resta sempre un passo più in giù della verità.

Dov’è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant’anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.
Lui che offrì la faccia al vento,
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all’amore né al cielo.

Sulla collina c’è anche un uomo, morto a novantanni. Il suonatore Jones. Lui, la vita, l’ha vissuta e non ha rimpianti. Ha amato, su tutto, la libertà. Una libertà immateriale, senza “filo spinato” ai confini. Una libertà che è soprattutto la scelta di godere del proprio essere nel mondo e della immediatezza senza lasciarsi corrompere dalla ricerca smaniosa della ricchezza, senza lasciarsi appassire nei legacci di un amore intriso di dovere e senza limitare i propri desideri per obbedire a una morale divina punitiva. Non al denaro, né all’amore né al cielo.

Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo
per un compagno ubriaco.

Per il suonatore Jones la vita è un gioco e un’avventura.

La terra emana una vibrazione
là nel tuo cuore, e quello sei tu.

In un vortice di vento dove gli altri vedono preludio di siccità lui vede la “gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa”. A differenza dell’ottico lui sa adoprare gli occhiali giusti, e il suo cuore non malato gli permette di godersi a pieno i sapori del mondo, di riempirsi la gola di vino e lo stomaco di cibo di strada. Grazie alla musica trova il suo linguaggio per esprimersi e vivere con gli altri, fuggendo alla follia e alla solitudine e riuscendo a donare agli altri quella gioia che il medico non sa prescrivere.

E io non iniziai mai ad arare in vita mia
senza che qualcuno si fermasse per strada
e mi portasse via per un ballo o un picnic.

Fino all’ultimo istante della sua vita il suonatore Jones ride e muore con tanti ricordi e nessun rimpianto.

Finì con i campi alle ortiche
finì con un flauto spezzato
e un ridere rauco
e ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

Finii con quaranta acri;
finii con una viola rotta –
e una risata spezzata, e mille ricordi,
e nemmeno un rimpianto.

Ascoltiamoci Fabrizio De’ Andre o sistemiamoci in poltrona con L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters e versiamo nel calice una Bonarda, il vino dei giorni di festa.

Nel maggio del 1914 Edgar Lee Masters inizia la stesura dei primi epitaffi, nell’aprile del 1915 appare la prima edizione dell’Antologia di Spoon River, destinata a diventare uno dei libri di culto in tutto il mondo. Nella raccolta di poesie di Masters, sono i defunti della città di Spoon River a parlare, a recitare i loro epitaffi dal piccolo cimitero sulla collina. L’Antologia racconta, in uno stile semplice e intimo, le storie di uomini e di donne di un paese del Midwest, l’infelicità dei giusti  e l’impunità del potere. Nel 1943 viene pubblicata, con grande successo, la versione italiana a cura di Fernanda Pivano, spinta da Cesare Pavese a tradurre i versi di Masters. Nel 1971 Fabrizio De André scelse nove poesie dalla raccolta e con l’aiuto di Giuseppe Bentivoglio le trasformò in canzoni, gli arrangiamenti furono affidati al compositore  Nicola Piovani.

Informazioni su La Fillossera - Innesti di vino e cultura ()
Graziana Troisi è l'autrice del blog e degli articoli. Alcuni articoli sono di Giovanni Carullo.

1 Commento su Una canzone, una poesia e un vino: il Suonatore Jones

  1. L’ha ribloggato su LA FILLOSSERAe ha commentato:

    Oggi sono 19 anni che viviamo (meno bene) senza Fabrizio De Andrè. Ci manchi Faber

    "Mi piace"

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