Sorsi di utopia

Il vino è un prodotto culturale. Si fa, si beve, si degusta, si analizza, si regala, si vende e se ne parla. Soprattutto se ne parla, bene, male, a proposito o sproposito ma sempre tanto, a volte troppo.

Dedicare una serata conviviale ai vini di garage significa voler rimettere al centro la dimensione umana ed emotiva del vino, spogliarlo di molti artifici per riscoprirne la sua intrinseca schiettezza.

Opera corale, il vino fatto in campagna ad uso e consumo della famiglia ha un sapore misto. Ricorda il gusto semplice di una vita scandita dal lavoro e dalle stagioni e insieme conserva il carattere di chi vive all’aperto, piedi nella terra e faccia al sole. Il vino del contadino non è ancora il vino del garagista. E’ il vino alimentare, non necessariamente buono ma il più delle volte genuino e immediato. I garagisti, invece, sono sperimentatori che uniscono al fare la riflessione, mossi dalla passione più che dalla necessità. Accomunati da un desiderio profondo di essere artefici della trasformazione dell’uva in vino, hanno chiara la consapevolezza di quanto questo processo racchiuda in se il mistero della vita.

I vini parlano e, a volte, servono per raccontarsi.

Andrea ha un lavoro sicuro da molti anni, una bella famiglia e un piccolo “laboratorio”. Un angolo privato dove respirare l’odore del mosto in fermentazione e poter osare con una barrique, per poi ottenere il risultato migliore con un trebbiano fresco ed elegante.

Pierluca è il garagista sommelier: i suoi vini amano pavoneggiarsi del loro essere ben fatti. Una falanghina del 2014, gialla e profumata di magnolia e latte di cocco, conserva la freschezza dell’aria di montagna; mentre il montepulciano 2007 si sviluppa su note terziarie. Il montepulciano 2011 di Gianpiero è il vino tutto cuore, con quel pizzico di volatile che lo rende fanciullo rimproverato da un papà severo e disciplinato. I vini di Tonino parlano in maniera un po’ confusa ma, sicuramente, il suo creatore è molto bravo nel connotarli di una personalità indelebile e “pop”. Il montepulciano di Giovanni racconta la vita in campagna. E’ il vino frutto di generazioni diverse che rispetta il “sempre così si è fatto” cercando nel contempo di integrare al sapere pratico gli spunti forniti dallo studio e dal confronto con i produttori. Il montepulciano 2014 è un vino semplicemente buono, fatto a mano con tenerezza paterna e testardaggine di figlio.

Ci sono anche vini che raccontano il passato: un pinot grigio del 1994 sa di nostalgia, di ricette di famiglia, mentre un cerasuolo del 1991 dal colore ambrato riesce ancora a incantare come le fiabe che nessuno racconta più. E poi c’è il vino fatto con le uve bianche che si porta bene i suoi 14 anni e si presenta senza giri di parole, forte e gentile come la terra che lo ha visto nascere.

Il futuro è un vino che ha appena finito di fermentare. E’ una promessa che sa di fiori e frutti gialli. Una tesi che aspetta l’antitesi per farsi discorso.

Ogni degustazione dovrebbe essere soprattutto un ascolto. Ci piacciono questi vini perché hanno storie da raccontare. Storie sconnesse e personali, ed è bello scoprire quattordici vini fatti quasi tutti con i medesimi vitigni che non si assomigliano per niente; perché dietro e dentro ognuno di loro ci sono un’anima, una terra, un’aria, un amore differente. I sogni vanno rispettati perché disegnano un mondo altro che non c’è ma potrebbe esserci e i garagisti condividono con noi piccoli sorsi di utopia.

Di seguito il racconto fotografico della serata “Vin de Garage – l’Abruzzo” organizzata dalla Confraternita del Grappolo grazie a uno spunto “folle” di Giovanni Carullo e la lista dei vini nell’ordine con il quale sono stati serviti:

  • Nicola Minnucci – Bianco 2001 (Trebbiano d’Abruzzo e Malvasia)
  • Pierluigi Cocchini – Trebbiano d’Abruzzo 2015
  • Gentile – Pinot grigio 1994
  • Gentile – Cerasuolo d’Abruzzo 1991
  • Pierluca Masciocchi – Falanghina 2014
  • Pierluca Masciocchi – Falanghina orange 2013
  • Andrea d’Ascanio – Atto Primo cerasuolo d’Abruzzo 2014
  • Pierluca Masciocchi – Cerasuolo d’Abruzzo 2014
  • Giovanni Carullo – Eutopia montepulciano d’Abruzzo 2014
  • Andrea d’Ascanio – Atto Secondo la barrique montepulciano d’Abruzzo 2013
  • Giovanni Carullo – Eutopia montepulciano d’Abruzzo 2013
  • Pierluca Masciocchi – Montepulciano d’Abruzzo 2007
  • Giampiero Cicchetti – Campione numero 5 2011 (montepulciano e sangiovese)
  • Tonino Scutti – Barbera Barr 2013
Informazioni su La Fillossera - Innesti di vino e cultura ()
Graziana Troisi è l'autrice del blog e degli articoli. Alcuni articoli sono di Giovanni Carullo.

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