Il Cesanese, l’autoctono laziale

Il vitigno Cesanese ha origini antiche.

Sembra che il nome derivi da Caesae, ovvero “luoghi dagli alberi tagliati”, con riferimento ad alcune zone disboscate per impiantare vigneti di cesanese nel comune di Affile, quando questo divenne colonia romana nel 133 a.C.

Altre ipotesi fanno derivare il nome da Cesena, città di provenienza di un frate benedettino che portò in queste zone le prime barbatelle o, ancora, dal paese di Cesano, piccolo centro in provincia di Roma.

L’ipotesi che il nome derivi da “Cesare” sembra, invece, essere una forzatura.

Qualunque sia l’etimologia quest’uva può essere considerata autoctona del Lazio. Inizialmente diffusa intorno ai Castelli Romani, anche con in sinonimi Bonvino Nero, Nero Ferrigno o Sanguinella, oggi la sua coltivazione è concentrata prevalentemente in tre aree: quella di Affile e quella di Olevano Romano e Gennazzano in provincia di Roma e quella del Piglio e comuni limitrofi in provincia di Frosinone. I due principali biotipi sono il Cesanese comune e il Cesanese di Affile, piuttosto simili dal punto di vista genetico.

Sono tre le denominazioni che contemplano i due biotipi del vitigno in purezza: il Cesanese di Affile, il Cesanese di Olevano Romano e il Cesanese del Piglio. Quest’ultima è diventata nel 2008 la prima DOCG del Lazio e l’unica da uve a bacca rossa.

Cesanese di Affile – ph Azienda agricola Coletti Conti

La viticoltura laziale soltanto in tempi recenti si è votata ad una produzione di qualità e il Cesanese rappresenta uno dei vitigni autoctoni che maggiormente ha tratto beneficio da questo cambiamento di rotta. Tradizionalmente quest’uva, che accumula naturalmente zuccheri, era utilizzata per produrre vini semplici, spesso abboccati e lievemente frizzanti, destinati a un consumo immediato. Le potenzialità del vitigno sono decisamente più interessanti e con alcuni accorgimenti agronomici e un opportuno affinamento è possibile ottenere vini di buona struttura ma mai austeri, con una piacevole componente fruttata e sentori più complessi dopo l’affinamento in legno. Soprattutto, i vini da Cesanese, possono dimostrarsi longevi e con una spiccata vocazione gastronomica.

Coletti Conti – vista vigneto

Casale della Ioria e Coletti Conti sono due aziende delle quali abbiamo avuto modo di degustare i vini e che, a nostro avviso, rappresentano bene il grande potenziale del Cesanese del Piglio. Nella denominazione di Olevano Romano è Damiano Ciolli il nostro produttore di riferimento, vignaiolo genuino e molto appassionato che riesce a preservare nei vini la capacità espressiva del vitigno.


Una delle fonti per questo articolo è l’indispensabile Guida ai vitigni d’Italia, Slow Food Editore.

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La Fillossera è Graziana Troisi. Sono l'autrice del blog e degli articoli.

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