Catalanesca: da uva da tavola a vino vulcanico
Il Catalanesca è un’uva da tavola coltivata in una zona molto ristretta della provincia di Napoli, nel versante nordoccidentale del Vesuvio; più precisamente nei nove comuni che rientrano nel comprensorio del Monte Somma. Alcuni documenti ne attestano la presenza in queste zone già dal Cinquecento.

Monte Somma e cratere del Vesuvio
Catalanesca deriva probabilmente da Catalana, un’uva coltivata nella zona della Catalogna, ed è pertanto più che probabile la sua origine spagnola. Sarebbe stato Alfonso I di Aragona a portare le prime barbatelle in questa zona.
Tradizionalmente i contadini napoletani la usavano come uva da tavola o nella vinificazione. La sua caratteristica principale è la propensione a conservarsi a lungo, sia sul tralcio che dopo la raccolta, grazie a due fattori: buccia molto spessa e grappolo spargolo. Un tempo vi era l’usanza di lasciare sulla pianta i grappoli più belli per favorirne il mantenimento fino al periodo natalizio.
L’iter per far assumere alla Catalanesca il rango di uva da vino è iniziato negli anni ’90 con gli studi condotti da Luigi Moio e Michele Manzo, che la dichiararono “un’uva con tutte le attitudini ad essere vinificata”, ma solo nel 2006 è stata ufficialmente inserita nell’elenco delle uve da vino e dal 2011 può essere messa in commercio con la denominazione “Catalanesca del Monte Somma IGT”.
Il suo elevato grado zuccherino e una buona acidità totale ne fanno un’ottima uva da vino. Queste caratteristiche, unite al suolo vulcanico, permettono di ottenere un vino intenso, dove sentori di albicocca, ginestra e miele si accompagnano a eleganti note minerali.
Andrea Cozzolino, Domenico Ceriello e Ciro Giordano sono i tre soci della Cantina Olivella che, da circa quindici anni, si sono fatti portabandiera del vitigno Catalanesca. Tredici ettari vitati, di cui 4 sono a Sant’Anastasia, 3 a Somma Vesuviana e 2 a Pollena Trocchia. Le vigne, a conduzione biologica, sono a piede franco e affondano le loro radici nella sabbia nera vulcanica. Oltre alla catalanesca, vinificano altri vitigni autoctoni quali caprettone, piedirosso, aglianico e olivella.

Vigna a piede franco e grappoli di Catalanesca
Il Summa Catalanesca del Monte Somma Igp Bianco 2016, nasce da uve catalanesca coltivate in una unica vigna nel comune di Santa Anastasia, sulla cima del Monte Somma a circa 650 m. s.l.m.
Le uve, raccolte a mano, fermentano spontaneamente, per metà del tempo a contatto con le bucce. Un 20% del mosto fiore svolge la sua fermentazione in barrique di rovere di primo passaggio. Dopo circa 10 mesi di maturazione sulle fecce fini, il vino affina in bottiglia per 4 mesi. Il risultato è un vino dalla trama fitta ed elegante. Il colore è giallo vivace con ampie sfumature dorate. All’olfatto la ginestra e il caprifoglio cedono rapidamente il passo alla frutta matura (albicocca) e all’anice, quindi emergono le note minerali che ne costituiscono la struttura più profonda e che si traducono in sapidità e freschezza gustativa. Il sorso è lungo e ben bilanciato. Un vino che potrebbe presentare una buona evoluzione in bottiglia.
Una delle fonti per questo articolo è l’indispensabile Guida ai vitigni d’Italia, Slow Food Editore.
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