Konstantinos Kavafis e il vino ardito
Non volli lacci. Andai senza riguardi.
Ai piaceri, quelli reali
e quelli che turbinavano nella mia mente
andai nella notte lucente.
E mi dissetai con i vini più gagliardi,
quelli che bevono gli arditi del piacere.
Konstantinos Kavafis è il poeta di Alessandria d’Egitto. Gli occhi grandi dietro gli occhiali neri e tondi. Odiesseo (Ὀδυσσεύς) in eterno viaggio. Oltre ogni ideologia, oltre ogni gabbia convenzionale, eppure sospeso tra colpa e morale cristiana. In lui convivono lo spirito apollineo e quello dionisiaco. È il poeta della nostalgia, del desiderio sensuale, carnale e del mancato possesso del corpo giovanile, efebico. Il vino che scelgo è il Teroldego di Elisabetta Foradori, vino profondo, caldo, erotico.
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