Sangiovese quotidiano
Togliere è levare, alzare, sollevare e, quindi, alleviare, guardare da altri punti di vista, conquistare leggerezza, scoprire. Togliere dal passato è prendere dal futuro: bere un vino leggero, pulito da pesi inutili, lineare come una schiena stesa sull’erba umida e le mani sotto la nuca.
Togliere, a volte, è sciogliere legami, separarsi, prendere una strada diversa rispetto alla tradizione e c’è bisogno di tempo per trovarsi nuovamente, uguali eppure diversi.
Un infuso di fiori di papavero è la bevanda della consolazione, come lo fu per Demetra, la dea delle messi e dei raccolti, dopo il rapimento della figlia Persefone. Demetra tornò fertile soltanto dopo aver ottenuto che la figlia tornasse ogni anno a trovarla tra la primavera e l’autunno. Così Persefone, sposa di Ade, poté vivere metà dell’anno negli Inferi e l’altra metà sull’Olimpo con la madre e la terra ebbe l’avvicendarsi delle stagioni e ritornò feconda. Il papavero lega entrambe queste divinità e rappresenta la fertilità.
Quando si toglie ciò che non è necessario si prova dolore ma con il tempo giungono la dolcezza, la riconquista di se stessi e si può far pace con il passato.
Il vino della pace è un piccolo Sangiovese che sa di cose quotidiane e profuma di rose, violette e peonie. Una passeggiata all’alba, sul finire dell’autunno e un attimo prima della primavera, un risveglio fresco, un respiro libero e spontaneo.

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