Lo Stendardo di Ur, la prima rappresentazione di persone che bevono vino

Un banchetto e un brindisi alla pace: questa è la prima rappresentazione visiva di persone che consumano vino. La troviamo su un reperto archeologico databile intorno al 2500 a.C. e oggi conservato al British Museum di Londra: lo “Stendardo di Ur”.

Ur era una città della Mesopotamia fondata dai Sumeri intorno al 3000 a.C. Lo Stendardo fu scoperto dall’archeologo britannico Leonard Woolley nella necropoli reale di Ur durante gli scavi in Iraq del 1927-1928. L’archeologo suppose che l’oggetto fosse originariamente fissato su un palo e portato in processione e, per questo, lo classificò come uno stendardo. Continua ad essere chiamato così, sebbene altri studiosi lo considerino, per via della sua forma, la cassa di risonanza di uno strumento musicale. Indipendentemente dalla sua funzione ancora non chiara, lo Stendardo è prezioso per le informazioni che contiene.

Stendardo di Ur – Denis Bourez – British Museum

È composto da quattro pannelli lignei decorati: due facciate principali rettangolari e due più piccole trapezoidali, poste lateralmente. 

Su entrambi i pannelli principali, noti come “Pannello della guerra” e “Pannello della Pace”, la figurazione si sviluppa su tre registri (livelli), separati da fasce orizzontali ornamentali. Il Re è riconoscibile in quanto rappresentato più grande e con indosso il Kaunakes, l’indumento tipico babilonese realizzato con pelli ovine.

Nel Pannello della Guerra sono rappresentati la casta militare, il Re e gli schiavi, probabilmente dediti al servizio di supporto delle truppe.

Sul Pannello della Pace, nel primo registro, vediamo rappresentato un banchetto. Il Re è seduto difronte a sei cortigiani, nella scena sono presenti anche un coppiere, un suonatore di arpa, dei danzatori e un cantore.

Pannello della pace Stendardo di Ur
Pannello della Pace

Il Re e i sei cortigiani hanno in mano un calice. Un brindisi alla pace conquistata con la vittoria della Guerra. Possiamo essere sicuri che si tratti di vino? Hugh Johnson nella sua grande storia del vino scrive che il vino in quel periodo e in quelle terre, piatte, calde e aride, era raro ed esotico e che, proprio per questo motivo era scelto e riservato alle classi nobili. Le città della Mesopotamia probabilmente lo importavano.

Lo storico greco Erodoto, duemilacinquecento anni più tardi, scrive che i vini venivano portati a Babilonia (la città che prese il posto di Ur e di Kish) dall’Armenia navigando il fiume Eufrate.

Informazioni su La Fillossera - Innesti di vino e cultura ()
Graziana Troisi è l'autrice del blog e degli articoli. Alcuni articoli sono di Giovanni Carullo.

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