Podere Castorani: la visione del Paesaggio

Lo conoscete il Pensiero Laterale? Il primo a dare una formulazione teorica di questo concetto è stato lo psicologo maltese Edward de Bono. Essenzialmente fa riferimento alla capacità di seguire percorsi originali, anche su base intuitiva, per arrivare alla soluzione di un problema. La logica vi porterà da A a BL’immaginazione vi porterà dappertutto, sosteneva Albert Einstein.

Se desiderate scoprire l’identità di un luogo dovete affidarvi ai percorsi laterali, alle strade di campagna poco battute, leggermente in salita, che sembrano condurre a luoghi apparentemente dimenticati. Alla fine di questi sentieri si ritrovano saperi secolari che hanno tessuto l’intreccio inscindibile tra uomo e ambiente. La visione plastica delle colline disegnate dalla mano dell’uomo esplicita l’interazione tra due intelligenze, quella pratica e ambiziosa dell’agricoltore e quella istintuale e creatrice della natura. Una coesistenza impegnativa, fondata sulla ricerca di un equilibrio che esprime l’essenza della cultura; il terroir dei francesi, il genius loci dei romani.

La viticoltura rappresenta la massima espressione di questa ricerca, soprattutto in relazione alle caratteristiche del “prodotto” finale. Il vino, contenitore di elementi materiali e immateriali, è un condensato di creatività umana e naturale. E non il vino semplicemente, ma il vino in bottiglia, perché soltanto in questo caso esso gioca la sua partita con il tempo. In tal senso vi si ritrovano sogni, speranze, lavoro, scommesse: visione e memoria.

Per arrivare da Podere Castorani abbiamo percorso una di queste stradine di campagna salendo dal paese di Alanno. Siamo giunti dove non eravamo mai stati prima e per molto tempo siamo rimasti fermi a contemplare il paesaggio.

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Basta pensare a un quadro meritatamente famoso, Il viandante sul mare di nebbia del pittore tedesco Caspar David Friedrich, per comprendere il senso del paesaggio. Esso è quella porzione di spazio che lo sguardo abbraccia. Il primo approccio è sensoriale, soprattutto della vista ma anche l’udito e l’olfatto sono coinvolti. Successivamente, quello che è stato catturato dalla sguardo, diventa paesaggio razionale e agito. Il viandante è, appunto, un visionario e un camminatore con il piede pronto ad avanzare.

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Cielo denso e montagne imponenti, il prato verde, il giardino all’italiana, gli ulivi, i vigneti che disegnano la collina, una antica dimora e la cantina. Tutto è accolto dal nostro sguardo. Gli elementi naturali e quelli umani sono perfettamente integrati in una mirabile visione. Ma la Cantina “emersa” e immediatamente percepibile è soltanto una parte: 5000 metri quadrati sono sotto la superficie. La parte ipogea, sotterranea, riprende e amplifica la visione del paesaggio. L’architettura si fa natura.

Ci accompagna nella visita dei vigneti e della cantina Angelo Molisani, agronomo ed enologo, che vive l’azienda da oltre dieci anni e sa raccontarla con passione e competenza. Due sono le domande fondanti la filosofia produttiva della cantina, la prima attiene alla sfera esistenziale, ovvero all’identità enologica del Montepulciano d’Abruzzo, la seconda ruota intorno al tema dell’evoluzione del vino.

La questione dell’identità è legata alla sensazione di apertura che si respira in questo luogo: il paesaggio naturale, gli spazi costruiti, i contenitori per il vino, tutto si declina in ampiezza, la medesima ampiezza gustativa che ritroviamo nei vini. Non è autoreferenziale smania di grandezza ma volontà di confronto con tutto ciò che è fuori dalla porzione accolta dallo sguardo e predisposizione all’accoglienza. D’altra parte Podere Castorani si sviluppa su quella che, in origine, era la tenuta di caccia di Raffaele Castorani, medico e patriota italiano, che lavorò soprattutto all’estero. Proprietà poi passata ad Antonio Casulli, sardo di nascita e docente di diritto internazionale a Napoli e a Tokyo. Oggi la proprietà è abruzzese ma queste radici internazionali sono parte dell’indole dell’azienda. Tutti conoscono il nome dell’ex pilota di Formula1 Jarno Trulli e del manager Lucio Cavuto. Lo stesso Angelo Molisani ha ampliato i suoi studi viaggiando e lavorando all’estero, in Portogallo e in California. Alcuni vini conservano questo respiro internazionale, come il Trebbiano d’Abruzzo Podere Castorani che affina 12 mesi in fusti di legno “sur lies” o il Cerasuolo d’Abruzzo Amorino dal brillante rosa tenue che strizza l’occhio ai rosati provenzali. Anche le tecniche enologiche seguono l’attitudine alla sperimentazione e al confronto con vini di altre zone. Basti pensare all’appassimento delle uve per ottenere maggiore concentrazione e suadenza nei vini rossi. Non un mero esercizio stilistico ma utilizzo sapiente del tempo e della temperatura in un locale appositamente realizzo per lo scopo.

La questione dell’identità si risolve sempre in relazione all’Altro. E qui, l’Altro preso in considerazione è il vino “altro” ma anche e, sopratutto, il degustatore “altro”. Un confronto vissuto come opportunità di arricchimento enologico e culturale che rifugge le logiche di omologazione del mercato ma al tempo stesso si pone l’obiettivo di soddisfare palati diversi.

Dicevamo la seconda questione è quella del tempo, ovvero della evoluzione del vino. Il contenitore scelto per la vinificazione è la vasca in cemento, il migliore, secondo Angelo, per gestire il cappello delle vinacce durante la fermentazione e la macerazione con le bucce e per stabilizzare il vino. Il processo di maturazione e affinamento continua, con tempi diversi, in grandi fusti di rovere da 500 litri e poi in bottiglia.

Le bottiglie accatastate nelle ceste metalliche riposano a lungo, respirano lentamente, immerse nella frescura di cantina, nel buio del cuore del terra. Un buio che non fa paura perché è promessa di luce e materia, di sale e velluto. 

I vini delle Cantina sono molti, sebbene il cuore sia rosso e il Montepulciano d’Abruzzo rappresenti il vitigno principale, anche nei bianchi si ritrovano corpo e personalità.

Angelo-Molisani

Non li abbiamo assaggiati tutti, motivo per il quale torneremo sicuramente a trovarli. Visti i numerosi impianti più recenti di vitigni internazionali, siamo certi che non mancheranno delle novità. Una parte di Abruzzo che si apre al mondo e che merita di essere parte del racconto collettivo della Regione.

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Informazioni su La Fillossera - Innesti di vino e cultura ()
Graziana Troisi è l'autrice del blog e degli articoli. Alcuni articoli sono di Giovanni Carullo.

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